Grafologia e applicazioni


La grafologia

·         Dal 1977 la grafologia è stata oggetto di studio a livello universitario presso l’Università degli Studi di Urbino: Scuola Superiore di Studi grafologici, Scuola diretta a fini speciali di studi grafologici, Diploma Universitario in consulenza grafologica, Corso di laurea in tecniche grafologiche, Master in consulenza grafologica peritale-giudiziaria e professionale (www.uniurb.it) e successivamente anche presso l’Università LUMSA di Roma.

·         Nata empiricamente negli ultimi decenni del secolo scorso, continua a ricercare e ad approfondire il suo statuto epistemologico le sue "giustificazioni" scientifiche sostanzialmente in due direzioni, quella neurofisiologica e quella simbolica. La sua immagine, anche a livello di opinione pubblica, è migliorata, benché ci siano ancora persone che possano assimilarla a una forma di grafomanzia o di preveggenza o esponenti del mondo accademico che continuano a sollecitare una fondazione scientifica più rigorosa.

·         L’Istituto Grafologico Moretti di Urbino (www.grafologia.it), voluto in modo particolare da Lamberto Torbidoni nel 1958 e riorganizzato poi nel 1969, costituisce una delle istituzioni grafologiche italiane di maggior rilievo in prosecuzione dell’attività di Girolamo Moretti (1879-1963) fondatore del sistema grafologico italiano. Tra le attività e le iniziative organizzate e comunque dall’Istituto grafologico Moretti: organizzazione a Sestola (Modena) del primo congresso nazionale italiano di grafologia (1961), la fondazione dell'Associazione Grafologica Italiana (AGI), la pubblicazione organica delle opere del Moretti, la pubblicazione delle riviste Scrittura (dal 1971) e Scienze Umane & Grafologia (dal 1992), l’organizzazione di congressi nazionali e internazioni (San Benedetto del Tronto 1973, Pesaro 1979, Ancona 1993, Bologna 2000), la realizzazione, presso l'Università di Urbino, della prima Scuola superiore di studi grafologici trasformata nel 1988 in Scuola diretta a fini speciali, nell'anno accademico 1997-98, in corso di diploma universitario in consulenza grafologica, e con l'anno 2001-2002 in Corso di Laurea Triennale in Tecniche grafologiche e quindi dal 2005 in Master in consulenza grafologica. A queste iniziative si affiancano: un'intensa attività scientifica (ricerca teoretica e sperimentazione), professionale (perizie grafico-grafologiche d'ufficio e di parte per procedimenti giudiziari, spesso eseguite in forma collegiale, analisi grafologiche di personalità con lo studio dell'intelligenza e del carattere, orientamento scolastico e professionale, consulenza dell'età evolutiva e familiare, anomalie della psiche e turbe del carattere, analisi specialistiche su personaggi storici), la pubblicazione di opere originali e la traduzione di opere di classici della grafologia.

 

La scrittura

§         La scrittura non è un prodotto casuale della mano, ma del cervello. Come oggetto di studio della grafologia, la scrittura viene considerata ovviamente non tanto nel suo contenuto, ma nel suo movimento, sotto l’aspetto di comportamento estremamente individualizzato (non esistono due scritture uguali, come non esistono due impronte digitali identiche) non verbale che ha il vantaggio di essere osservato anche senza "disturbare" l’interessato e a distanza di luogo e di tempo. Proprio perché è un movimento spontaneo e automatizzato, la grafia individuale è espressiva delle strutture profonde, ereditarie ed anche esperienziali, proprie di ogni individuo. La pressione grafica esercitata sul foglio, ad esempio, è espressiva della struttura biotipologica e della "forza" (libido) del soggetto.

 

§         Dal punto di vista simbolico, nella scrittura proiettiamo i nostri "archetipi", i nostri modi profondi (e cioè comuni all’inconscio collettivo) con cui ci esprimiamo ed interpretiamo la realtà. Il foglio bianco su cui si scrive rappresenta l’ambiente in cui il soggetto si muove. La destra, la sinistra, l’alto e il basso del foglio rappresentano simbolicamente (e cioè profondamente, oggettivamente non fantasiosamente, opinabilmente o cervelloticamente) dei "vettori", delle forze, delle calamite che attraggono e respingono, di fronte ai quali l’individuo reagisce con le stesse modalità con cui entra in interazione con l’ambiente.

Il simbolismo che permette di interpretare molti "segni" grafologici è comune dunque ad altre espressioni umane: si pensi alla pittura, alle linee del design, all’architettura ecc. Anche le scritture non latine, come ad esempio la scrittura cinese, rispondono sostanzialmente alle medesime  dinamiche simboliche.

 

Le principali applicazioni

Grafologia dell’età evolutiva

La grafologia è in grado di decodificare la scrittura quando essa è ben formata e spontanea, ma risulta utile anche nella sua fase di "costruzione" per seguirne le tappe e per coglierne eventuali segnali di allarme.

Negli anni della scuola materna e nei primi anni della scuola elementare risulta particolarmente utile l’esame dello scarabocchio e del disegno spontaneo che sono interpretabili e decodificabili in base alle stesse "leggi" che regolano la scrittura.

In età adolescenziale la grafia incomincia ad essere particolarmente espressiva e non solo riguardo all’individualità dei ragazzi, ma anche in riferimento alla fase dell’adolescenza. La scrittura cioè è espressiva dell’individualità, ma anche di un’epoca della vita e di un particolare momento sociale e sociologico.

Particolarmente utile è l’analisi della scrittura in vista delle scelte scolastiche che il ragazzo è chiamato a compiere in vista della scuola superiore e dell’università, perché nella grafia individuale sono presenti i tratti della personalità e anche le tendenze profonde, le attitudini, le potenzialità.

È stato recentemente sviluppato anche il settore della rieducazione della scrittura (più impropriamente chiamata anche grafoterapia).

 

Grafologia dell’orientamento professionale, della selezione e delle risorse umane

Questa applicazione, molto diffusa ad esempio nelle imprese francesi (si parla di un uso nel 95% dei casi, ovviamente insieme ad altre tecniche di analisi delle risorse umane) è particolarmente utile e vantaggioso anche perché risulta "economica" e non invasiva. Ovviamente il grafologo non è in grado di pronunciarsi sulle competenze effettive (acquisite) del candidato (che dovranno essere valutate attraverso altri strumenti), ma sulle tendenze e sulle abilità.

L’analisi grafologica in vista della collocazione o della ricollocazione di un soggetto in un ruolo o in una mansione, permette all’azienda di utilizzare al meglio la risorsa umana e all’interessato di realizzarsi più soddisfacentemente.

È evidente che, come in ogni attività di orientamento, l’analisi grafologica offre dei punti di riflessione sui quali impresa e/o soggetto dovranno poi prendere le opportune decisioni. La grafologia cioè non è uno strumento automatico di selezione.

 

Grafologia della consulenza familiare

Evidenziando le dinamiche profonde e il modo di relazionarsi agli altri, la grafologia riesce ad andare oltre il comportamento e fare luce sulle motivazioni e sulle caratteristiche profonde della personalità nel momento in cui entra in interazione con un’altra personalità.

Non si tratta di preveggenza, ma di ragionevole previsione (la previsione è una caratteristica della scienza) sulle possibilità di integrazione o non integrazione di due personalità. Non solo è possibile evidenziare e portare alla luce le complesse forze in gioco dei partner, ma anche seguirne l’evoluzione magari in momenti di crisi, anche in riferimento ad altri componenti della famiglia e in primis nei riguardi dei figli.

 

Grafologia peritale e giudiziaria

La figura del perito grafico, grafologo o "calligrafico", come ancora qualcuno dice, è sicuramente forse più nota. Va precisato che non si identifica con quella del grafologo, il quale tuttavia può assumere il ruolo di perito e in questa attività riceve dalla grafologia un "bagaglio" teorico ed operativo estremamente qualificato e determinante.

Nell’attività peritale sostanzialmente si deve stabilire la provenienza (o la non provenienza) di due scritti (firme, testamenti, lettere anonime…) da una stessa mano. Si tratta di un lavoro di confronto non tanto e non solo degli aspetti morfologici degli scritti, ma soprattutto di quelli "dinamici" e cioè legati al movimento profondo e spontaneo della mano. È possibile stabilire l’autografia o l’eterografia di due scritti in quanto anche in situazioni di imitazione e di dissimulazione rimangono alcuni movimenti automatizzati, individualizzati e incontrollabili.

Nell’individuazione del peculiare movimento grafico della mano, ovviamente, in perizia non è richiesta (anzi è vietata) l’esplicitazione degli aspetti psicologici della personalità.

In alcuni casi il perito grafico con formazione grafologica può essere chiamata a esprimersi sulle possibili capacità di intendere e di volere al momento della stesura di uno scritto.


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